Prendere le cose come vengono, trovare nel quotidiano la propria felicità: un approccio a cui spesso la società associa la mancanza di ambizioni, stigma supremo per il mondo “cannibale” in cui viviamo. La realtà è tutta diversa. L’ “accetto come sono” di Paolo è un manifesto autentico, un grido di resistenza contro le difficoltà e i cambiamenti che la vita gli ha messo davanti. Di cambiamenti lui, pesarese di nascita ma espatriato in Francia, ne ha affrontati molti. Muratore da sempre, con due famiglie sparse tra i due lati delle Alpi, la sua vita è cambiata quando ha iniziato a soffrire di una patologia psichiatrica. A quel punto è tornato in Italia, poi l’incontro con In Opera con cui ha trovato lavoro in un’azienda locale come addetto alle pulizie. Lì si è sentito apprezzato per quello che è, tanto è bastato per renderlo un uomo in pace con sé stesso, insieme al gioco con i nipotini e alle quotidiane partite di canasta con gli amici. Se gli si chiede in quale carta si riveda, risponde sicuro: “Le 12 matte”. Più chiaro di così…