STORIE

Riccardo – percorso

“Mi sto prendendo una grande rivincita”

Nel mondo del motorsport per punto di corda si intende il momento in cui nella curva si smette di frenare e si torna ad accelerare. Se si “rompe” il punto di corda, è probabile perdere il controllo del veicolo e uscire di pista. Ci sono momenti in cui il punto di corda va trovato anche nelle curve della vita. Riccardo di curve ne ha dovute affrontare molte, e qualche volta quella corda si è spezzata. La prima di esse l’ha dovuta fronteggiare poco più che ventenne. Era iscritto a Giurisprudenza quando un male infame, invisibile, ha cominciato a prendere il controllo della sua testa. 

Studiare il diritto, memorizzare leggi e codici divenne in quelle circostanze una montagna troppo alta da scalare. Riccardo scelse allora di mettere da parte i libri e aprire una nuova fase della vita, tra mille difficoltà. Dopo essere partito per il servizio civile ha provato a lavorare, ma la malattia pian piano prese il sopravvento e costrinse Riccardo a rintanarsi nella sua casa. In quel periodo c’era una cosa che teneva accesa la luce nel suo animo: la passione per le corse, ereditata dal papà con cui di tanto in tanto si recava a raduni e gare a bordo di una delle molte auto sportive che sgasavano attorno alla casa. 

La seconda brusca curva, però, è dietro l’angolo. Non ancora trentenne Riccardo all’improvviso perde il padre, che, seppur dal carattere severo e non troppo accomodante verso le difficoltà dal figlio, aveva comunque rappresentato una delle poche certezze della sua vita. È in quel momento che la vita di Riccardo è uscita di pista e ha rischiato di non rientrarvi mai più. Quel malessere e quei sensi di colpa che controllavano la sua mente erano diventati così opprimenti da convincerlo a farli cessare per sempre. Ma il suo amore per gli altri glielo ha impedito: quando ha visto che qualcuno stava rischiando la vita per salvarlo ha deciso di darsi una seconda possibilità. Da lì è iniziata la risalita, lunga e faticosa. Risalita che ha trovato in In Opera una sponda determinante: una “famiglia” che ne ha abbracciato fragilità, colmato i vuoti e valorizzato i punti di forza.

Grazie alla cooperativa ha trovato un impiego come addetto alle pulizie alla “Galvanina”. Malgrado le difficoltà iniziali (la sensazione di inadeguatezza lo ha portato a prendersi subito due mesi di malattia), pian piano si è ambientato e ritagliato il suo spazio.

Il primo stipendio lo ha aiutato a ingranare definitivamente la marcia giusta. La possibilità di acquistare una macchina con i suoi soldi lo ha fatto sentire gratificato, e i fantasmi che ha sempre sentito nella sua testa sono diventati meno spaventosi. 

Poi In Opera gli ha proposto anche  secondo lavoro come addetto alle pulizia in banca, dove collabora con un collega sordomuto, dando sfogo a quell’altruismo intrinseco nel suo animo che per troppo tempo ha tenuto nascosto. 

Con la serenità sono riaffiorate anche le passioni, quella per la palestra dove cerca di allenarsi tutti i giorni e per il basket e per l’Inter, che non di rado segue a San Siro. Riccardo ora ha ritrovato serenità, il suo accontentarsi di quello che la vita gli sta riservando non si traduce in mancanza di ambizione, ma in una situazione di pace interiore e di capacità di trovare il bello nelle piccole cose. “Per me la felicità è essere qui oggi”, spiega con una frase. 

La fede ha fatto il resto, e anche grazie alla lettura del Vangelo Riccardo ora a 47 anni è tornato definitivamente in pista, pronto per affrontare le altre curve che il destino gli metterà di fronte. E quel punto di corda lo troverà.

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